Dunque ci siamo, eh?
Echo è online, finalmente, e lo potete scaricare raggiungendo la pagina che abbiamo appositamente creato nel nostro blog. A questo indirizzo, per la precisione. Questo.
Sognando l’inverno e la gravità
“ Nessuno scrive davvero del futuro. Tutto quello che ci rimane quando fingiamo di scrivere del futuro è il momento in cui stiamo scrivendo. Ecco perché ogni futuro immaginato diventa obsoleto come un gelato che si scioglie mentre uscite dalla gelateria all’angolo. Esso acquisirà immediatamente una patina pittoresca, fa parte di ciò che comporta l’immaginazione del futuro. ”
Hear the sound, feel the echo.
Questo sabato non prendete impegni.
Sabato 5 aprile 2014, finalmente, esce Echo. Quella di Echo è stata una corsa lunga, lunghissima, non so se troppo lunga ma comunque più del previsto e più del dovuto. Ma, comunque sia andata, è finita. Ci siamo.
Il Club Silencio arriva su Facebook
15.53, Club Silencio – Se come me siete convinti sostenitori dei social network, specie in chiave promozionale, vi sarete chiesti più di una volta come mai il Club Silencio si sia tenuto ponderatamente alla larga da Facebook. Il re dei media sociali, incontrastato nonostante il fascino minimal di Twitter, non è mai rientrato nei nostri interessi primari. Non per una questione di snobismo, ce ne sbattiamo del fatto che, sì, sia la rete di Zuckerberg “mainstream” da morire, ma per una semplice questione di… riservatezza? Non so se è il termine giusto, questo, ma di certo ci siamo sempre riconosciuti nell’ottica de “l’arte per il gusto dell’arte”.
Fuck off, man
Sto giusto provando questo Zenwriter. Francamente mi spaventa vedere lo schermo così vuoto. Non so, una sensazione di vertigine. Potrebbe essere la mia sedia nuova in finta, fintissima pelle, o il condizionatore a palla contro il freddo cane che fa in questa maledetta stanza da letto.
Non so, potrebbero essere tante cose. Noto comunque che sto scrivendo parecchio quindi, sì, l’esperimento potrebbe stare funzionando e potrei espanderlo al mio ultimo racconto: Echo.
Vi ho mai parlato di Echo? Si tratta di una novel cyberpunk in cui nulla è come sembra. O forse tutto è come sembra fin dal primo minuto, non saprei, magari era meglio dirla così, per creare un po’ di suspence. Era molto banale il primo giro, in effetti. Fingete che non l’abbia mai scritto, anzi, sapete che facciamo? Reset.
L’Enigma e il Sogno – un’analisi di Mulholland Drive
18.49, Club Silencio – Quant’è passato? Un anno?
Sistemo l’asta del microfono, il nodo alla cravatta è un po’ troppo stretto, lo allento e prendo la parola. “Il Club Silencio è tornato, signori e signore”.
Frammenti di una rosa olografica
18.44 – Diamo sempre per scontato che sia fondamentale raggiungere un risultato dimenticandosi spesso della strada da percorrere.
Per noi del Club Silencio e suppongo così come per voi lettori, il viaggio stesso è centrale nell’evoluzione di un’opera, del suo contesto e della sua atmosfera. È proprio questo che ha spinto il Club Silencio a ritornare con il primo degli aggiornamenti d’anteprima sulla sua nuova novel dal sapore squisitamente Cyberpunk, Echo. Ma bando alle ciance e inoltriamoci nell’anteprima della nuova tecnica di disegno e composizione.
Il Club Silencio annuncia Echo
18.46 – Il 22 ottobre scorso ci eravamo lasciati con un post dal titolo emblematico: Echo City. Quell’immagine, quelle poche battute citate da Antonio rappresentavano la nostra visione per il nuovo progetto che stavamo preparando e nurturing, per dirla all’inglese… seguendo passo passo, allevando, in attesa di tempi migliori che sono finalmente arrivati.
È così che ritroviamo oggi, un giorno molto felice per il Club Silencio, ad annunciare una nuova novel disegnata da Antonio Mugnaioli e scritta da me: Echo.
Echo City
Attraverso questa corrente serale di facce ininfluenti, indistinte, in mezzo a frettolose scarpe nere, ombrelli chiusi e alla folla che scivola fusa come un unico organismo nel cuore soffocante della stazione, ecco farsi avanti Shinya Yamazaki, con il computer portatile stretto sotto braccio come la sacca d’uova di una specie marina poco nota ma di discreto successo biologico. Evolutosi per tener testa a sgomitate alle sproporzionate borse della spesa di Ginza e alle spietate valigette, Yamazaki e il suo piccolo fardello di informazioni scendono nelle profondità al neon. Verso un ramo tributario di quiete relativa, un corridoio piastrellato che mette in comunicazione due scale mobili parallele.
American Acropolis, William Gibson
Club Silencio 